I rusteghi
Tre atti di C. Goldoni

Il testo è un perfetto meccanismo teatrale nel quale Goldoni dà modo agli attori di prodursi in ampi monologhi: Margherita, Felice, Marina e Lucietta filosofeggiano, divertendo gli spettatori, sulla condizione femminile e sulle aspettative matrimoniali; Lunardo, con una animosità che preannuncia la sconfitta, sostiene (anche per conto degli altri rusteghi suoi compari) le ragioni di una società antiquata e la visione di una famiglia dove il maschio (marito-padre) è tiranno. La regia accompagna la cadenza drammaturgica che dal monologo si apre alle vivaci scene di gruppo, per tornare alle considerazioni del personaggio che trae le conclusioni. Così fa appunto la signora Felice quando alla fine invita tutti ad un brindisi, chiamando idealmente gli spettatori ad unirsi agli attori.  La scenografia (casa di Lunardo e casa di Simon) rende con linee, colori ed arredo, l’atmosfera delle case borghesi della seconda metà del ‘700.

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